Caro bolletta e crisi energetica. Questi i temi al centro del dibattito del Ravello Energy Festival, la due giorni organizzata da Stantup, azienda salernitana che si pone come porta di accesso al mondo dell’energia per i Reseller e specializzata nel fornire soluzioni tecnologiche e innovative per trasformare un fornitore di energia tradizionale in una vera e propria enertech.
Per la prima volta i CEO e top manager delle più importanti enertech italiane si sono dati appuntamento allo stesso tavolo per condividere esperienze, opportunità e disegnare il futuro dell’energia.
La crisi energetica e l’escalation dei costi di luce e gas stanno mettendo a rischio tante aziende, molte delle quali rischiano di chiudere per sempre, ma anche tanti fornitori di energia e, ovviamente, stanno rendendo sempre più complessa la vita ai consumatori. Le bollette impazzite danno luogo ad una situazione complicata, con una generale contrazione dei consumi in tutti i settori.
Ridurre il costo delle bollette diventa, quindi, essenziale. Le dinamiche legate ai prezzi, però, non possono dipendere esclusivamente dagli operatori, che a loro volta devono fare i conti con una situazione legata ai costi della materia prima complicata e con una eccessiva volatilità del mercato.
“Certo, non può essere demandato tutto ai fornitori di energia. Un risultato auspicabile è però un primo dialogo con il consumatore, per cercare di comprendere come aiutarlo a superare questo momento di crisi – spiega Giuseppe Dell’Acqua Brunone, CMO di Stantup e CEO di Revoluce, oltre che ideatore della manifestazione. – C’è bisogno di linee guida che indichino cosa dobbiamo fare per aiutare i clienti. Dove non possono arrivare le direttive o le iniziative governative, dobbiamo cercare di autoregolarci”.
“Mantenere la tariffa fissa è problematico, non ci sta facendo bene dal punto di vista economico e finanziario – aggiunge Massimo Brizi, Ceo di NeN. Non possiamo e non vogliamo derogare, faremo qualche aggiustamento, anche a tutela del cliente, ma continueremo a promuovere una rata fissa e un prezzo bloccato”.
Continua Massimo Bello, CEO e founder di Wekiwi “Ci troviamo in un momento storico in cui devi decidere se vuoi difendere il brand o le tue ragioni; nei prossimi 12 mesi la sfida da affrontare è capire se seguire lo stile Amazon (e quindi dare sempre ragione al cliente) oppure no. In un mercato dell’energia come quello attuale i clienti sono sempre più esigenti e dovremo scegliere tra energia e altro”.
“Fino a due anni fa l’Italia aveva il tasso di switch più basso d’Europa, il 50% della popolazione era passivo. Ora le cose stanno cambiando, siamo iperattivi e questo interesse resterà” gli fa eco Redi Vyshka, founder di Switcho.
E proprio la possibilità di cambiare lo status quo è stato il fil rouge di un vivo dibattito, in cui i rappresentanti delle enertech si sono più volte interrogati di quale fosso il modo migliore per aiutare, attraverso la tecnologia, il consumatore finale e nello stesso tempo anche gli stessi operatori.
“Quando dei fornitori innovativi e tecnologici cercano di rimettere a fattor comune le loro conoscenze, è possibile davvero modificare il flusso delle cose. – Prosegue Giuseppe Dell’Acqua Brunone – Come Revoluce, compagnia di fornitura energetica che sta cercando di avviare una rivoluzione del mercato, da oltre due anni ci siamo impegnati a sviluppare Enrica, un’app che sfrutta la tecnologia dei nuovi contatori 2G per permettere ai consumatori di vedere il loro consumo quotidiano e in questo modo regolare real-time la propria spesa. Questo significa più consapevolezza dei consumi in base a informazioni a disposizione di tutti in modo chiaro e trasparente. E credo che consapevolezza e informazione, soprattutto da parte della comunicazione istituzionale, siano oggi piuttosto carenti”.
Spesso la comunicazione che gira intorno al settore dell’energia è poco comprensibile per il consumatore finale, che la sente lontana dalla sua quotidianità e dal suo linguaggio. Anche in questo, quindi, c’è bisogno di un cambio di passo. “Cerchiamo di parlare di energia senza parlare di energia. È meglio puntare sullo stile di vita del cliente, offrendo prodotti molto semplici, a fasce, e servizi” suggerisce Alessandra Monti, marketing manager di Pulsee, marchio di Axpo Italia.
Per le enertech presenti al Ravello Energy Festival, infatti, ad aggravare la crisi energetica è anche una comunicazione insufficiente ed inefficace da parte delle Istituzioni, che spesso si limitano ad un vago invito a consumare meno, ma per farlo in modo duraturo è necessario avere consapevolezza dei propri consumi.
“Non puoi migliorare ciò che non misuri – E’ il punto di vista di Stefano Fumi di Poste Energia – e di fatto in casa non abbiamo una bilancia che ci dice quanto stiamo riducendo i nostri consumi a parità di abitudini o periodo dell’anno. I fornitori di energia, in futuro, dovranno prendersi cura del benessere casalingo dei loro clienti, dall’impianto elettrico alla temperatura giusta in casa fino al corretto utilizzo di tutti gli elettrodomestici. Solo così ridurremo gli sprechi e aiuteremo seriamente i consumatori a vivere meglio l’energia.”
Secondo Carlo Occhiena, founder di Aziona “sulle bollette deve cambiare anche un po’ l’aspetto normativo, un sistema che parla solo di prezzi è un po’ come fare la guerra ai mulini a vento”.
Quanto alle fonti green, spesso sono gli stessi cittadini ad ostacolare, rifiutando l’idea che vengano costruite pale eoliche a due passi dalla propria casa o che vengano installati degli antiestetici pannelli solari. La soluzione, però, ci sarebbe.
“In Gran Bretagna, dove la mia società è nata nel 2016, le Istituzioni hanno fatto questa scelta: hai la pala eolica vicino casa? Ti facciamo uno sconto in bolletta. Ed è stato un successo. – Spiega Giorgio Tomasetti, ceo di Octopus Energy Italia – Nessuno, soprattutto con i prezzi di oggi, direbbe no. Determinate scelte diventano più accettabili se, oltre che puntare sulla necessità di sistema, vanno a influire positivamente sulla tasca delle persone con un beneficio immediato”.